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lunedì 4 agosto 2014

S.Maria alla Scala

Santa maria alla Scala in incisione del Falda

Epicentro di un rione, nonchè asse viario di ancestrale memoria che ricalca fedelmente nel tracciato, la piazza omonima ne è centro di confluenza tra i vicoli adiacenti e chi arrivava dalla lungara varcando Porta Settimiana. Da essa si dipanano vicolo Bologna, vicolo della scala  e la stessa via della scala.


Piazza della Scala 1953
Piazza della scala 1959

piazza della scala 1974

vicolo della scala dal mattonato 1972

Piazza della scala 1970

La via  e la piazza mostrano fuori e dentro i cortili delle abitazioni, edicole sacre, resti di colonnati romanici, ma anche tanta stratificazione sopra i suddetti resti, fatta in tutte le epoche successive all'impero...in piazza troneggia, poco conosciuta, l'unica delle due torri degli stefaneschi, di cui una, sul greto accanto ai giardini della farnesina, fu abbattuta per la costruzione dei muraglioni. 
Portone sotto l'edicola sacra

Edicola sacra


La fondazione della chiesa di S.Maria della Scala fu conseguenza di una serie di episodi che caratterizzarono questa zona di  TRASTEVERE ,alla fine del XVI secolo. Narra la tradizione che, nello stesso luogo dove oggi sorge il Sacro Edificio, vi fosse, accanto alla scala d'ingresso ad una casa, il ritratto di una Madonna alla quale si attribuivano un numero impressionante di miracoli. Il fenomeno assunse proporzioni così elevate che papa Clemente VIII fu quasi costretto ad edificare una chiesa nel luogo ormai meta di numerosi pellegrini in cerca di guarigioni miracolose. Una prima costruzione della chiesa e dell'annesso convento si ebbe all'epoca dei miracoli, ossia nel 1593, su progetto di Francesco Capriani da Volterra per volere dei Carmelitani Scalzi (che tuttora la officiano), ma, a causa di una serie di contrattempi (tra cui anche la morte del Capriani), i lavori terminarono soltanto nel 1610 ad opera di Girolamo Rainaldi.

Mappa a volo d'uccello del Falda

immagine del Pinelli: la danza dell'orso a piazza della scala

dal film abbasso la ricchezza con Anna Magnani, piazza della scala anni 50


 La facciata fu ultimata invece nel 1624 ed è a due ordini: quello inferiore è spartito da lesene con capitelli corinzi e presenta sul portale, al centro di una nicchia, la statua della "Madonna col Bambino" (nella foto 1), opera di Francesco Cusart del 1633. L'ordine superiore è raccordato a quello inferiore mediante volute laterali, completato da coppie di lesene, una finestra con balaustra ed un timpano triangolare. La scala naturalmente oggi non esiste più ma l'immagine miracolosa è tuttora conservata nella "Cappella della Madonna della Scala", dove è situato anche il monumento funebre del cardinale Prospero Santacroce, che fu il primo ad introdurre a Roma il tabacco o, come allora si chiamava, l'erba Santacroce. L'interno, a navata unica con cappelle laterali, custodisce numerose opere d'arte, come la celebre "Decollazione di S.Giovanni Battista" di Gerit Van Honthorst, un nome forse un pò difficile da pronunciare tanto che è più noto come Gherardo delle Notti; nel presbiterio si trova il prezioso ciborio, modello di un tempietto a pianta centrale con colonne di alabastro siciliane e cupola in bronzo. L'altare maggiore è opera di Carlo Rainaldi, mentre al centro del catino vi è una seicentesca "Madonna con Bambino" del Cavalier d'Arpino. Preziosa la "Cappella di S.Teresa d'Avila", disegnata dal Pannini, che custodisce nel reliquario il piede destro della santa. L'annesso convento è in parte attribuito a Matteo da Città di Castello ed in parte ad Ottavio Mascherino: al secondo piano si trova la speziaria, la più antica farmacia di Roma giunta integra fino ai nostri giorni

Cortile della spezieria 1955
spezieria 1934


spezieria 1955

piazza e farmacia anni 40

piazza e farmacia anni 60

 Originariamente istituita per le necessità dei frati, che coltivavano nell'orto le piante medicinali necessarie alla loro salute, alla fine del Seicento fu aperta a tutti e divenne così famosa che vi ricorrevano anche principi, cardinali e perfino i medici dei pontefici. Nell'atrio e sulla porta d'ingresso vi sono ancora i ritratti di fra' Basilio della Concezione, farmacista del Settecento che consolidò la fama dell'esercizio inventando celebri medicamenti come l'acqua antipestilenziale e quella contro l'isterismo. Le maioliche colorate, i vasi, le bilance, gli alambicchi di distillazione, i mortai sono quelli originali, mentre sono del Settecento l'arredamento, le scaffalature, le vetrine ed il bancone. Tra i cimeli più singolari vi è il vaso della theriaca, un farmaco inventato da Andromaco, medico di Nerone, composto di 57 sostanze diverse fra cui carne di vipera maschio, considerata un infallibile antidoto contro i veleni; inoltre, vi è un rarissimo erbario, "Trattato delli semplici", attribuito allo stesso fra' Basilio. Sulle ante degli armadi vi sono ricordate alcune visite celebri come quella di Vittorio Emanuele I, avvenuta il 27 ottobre 1802. Chiesa e convento furono adibiti, durante la Repubblica Romana del 1849, ad ospedale: qui vi morì Luciano Manara ed il moro seguace di Garibaldi, Andrea Aguyar.

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